Giuseppe's interview on redazioneidee.it
March 7, 2020
INTERVISTA A “EL MATADOR ALEGRE”: L’ARTE INTERIORIZZATA
Wassily Kandinsky ne “Lo spirituale nell’arte”(1912) scriveva: “Il colore è un mezzo per esercitare un influsso diretto sull’Anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’Anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, con questo o quel tasto, porta l’anima a vibrare.”
L’astrattismo del pittore russo è una delle tante manifestazioni di quei processi creativi finalizzati all’interiorizzazione dell’Arte, i quali devono essere tanto sottili quanto radicale e profondo è il messaggio che l’artista vuole veicolare. Kandinsky rende proprio questo concetto attribuendo all’uso del colore un effetto fisico (ovvero sensazioni momentanee) e un effetto psichico (ovvero quando il colore riesce a raggiungere l’animo e a produrre una vibrazione spirituale).
Ma l’uso magistrale del colore e il dogma-Arte che riesce a toccare le corde più recondite dell’interiorità umana non caratterizzano solo la ricerca della società artistica del passato quale quella kandinskyana; per avere la prova che si tratta di un topos alquanto attuale basta dare uno sguardo ai disegni di Giuseppe Vallenari, meglio conosciuto sui social come “El matador alegre”, il quale, con grande disponibilità e gentilezza, mi ha dato fiducia raccontandomi la sua personale e originale visione dell’artista e dell’opera d’arte, una visione soggettiva ma contemporaneamente sana portatrice di un valore “democratico” che concepisce il prodotto artistico come patrimonio comune. La sua sensibilità dimostra che un vero artista non guarda solo con occhi concreti, ma osserva con gli occhi dell’animo e con quest’attitudine dipinge tutto il suo essere.
Chi è “el matador alegre”: come ti descriveresti in breve a chi sente parlare di te per la prima volta?
“El Matador Alegre” non è un nome d’arte: l’ho scelto perchè ha un bel suono e non permette di prendersi troppo sul serio; ma in primo luogo l’ho scelto per presentare la mia Arte. L’idea di fondo è che ‘scollegando’ l’artista dall’individuo ci si possa concentrare maggiormente su ciò che conta realmente, ossia l’opera. Questo concetto presuppone un’idea di arte fortemente soggettiva: è arte ciò che viene percepito come tale da ciascuno di no. In quest’ottica, una volta che il processo creativo è compiuto, l’individuo perde consistenza e l’opera diventa patrimonio comune per tutti quelli che gli riconoscono un valore. Tornando alla domanda quindi, a chi mi chiede di descrivere chi sono, risponderei descrivendo le mie opere. Ma se dovesse insistere, gli direi che mi chiamo Giuseppe Vallenari, nella vita ‘reale’ faccio l’avvocato, sono sposato, ho due bambini e un gatto.
Domanda d’obbligo per un artista come te: come e quando ti sei appassionato all’arte? Quale significato ha nella tua vita?
R:Fin da bambino ho sempre amato il momento creativo. Ancora adesso la cosa che più mi piace è vivere l’attimo in cui l’idea da concetto diventa azione e quindi risultato. Proprio per il fatto che è questo quello che mi piace dell’arte, ho sempre cercato di essere me stesso, con tutti i limiti che ciò comporta, ma con la convinzione che trovare la propria voce sia l’unico vero obiettivo di un artista. Non ho frequentato accademie o corsi proprio per questo motivo, il che ha un rovescio della medaglia pesante sotto il profilo tecnico, ma limita il rischio di risultare derivativo. Quanto al significato che l’arte ha nella mia vita, la risposta è molto semplice: mi rende felice.
Ti definiresti più un artista ermetico o esplicito?
Qualsiasi mia opera nasce senza un progetto premeditato. Quando dipingo parto dal foglio bianco e seguo il flusso di coscienza senza sapere dove mi porterà. Quando l’opera è finita molti elementi non sono in grado di decodificarli neppure io. Direi quindi che sicuramente posso definirmi più ermetico che esplicito.
Quali sono i temi, i messaggi e i valori che cerchi di veicolare attraverso le tue pennellate?
Penso che tutto si possa sintetizzare in una frase: ‘trova la tua voce’. Viviamo in un mondo dove si studia per il voto, si fa il concorso per il posto di lavoro, si spende per soddisfare bisogni consumistici e che non si hanno realmente. La realtà dei fatti, secondo me, è che dovremmo tutti cercare di capire il prima possibile quello che veramente ci appassiona e, una volta scoperto, fare tutto quanto in nostro potere per coltivare questa passione. Questo è quello che cerco di trasmettere con il mio lavoro.
Le tue opere sono originali per tanti fattori, ma quello che certamente salta all’occhio è l’utilizzo di una vasta gamma di colori magistralmente accostati: ti rifai ad un’idea già precostituita o ti lasci guidare dalle sensazioni del momento? Come riesci ad associare dei colori alle emozioni che vivi durante il processo creativo?
Non seguendo un’idea precostituita, tutto nasce in ‘presa diretta’, quasi come accade nella scrittura automatica. E’ un flusso di coscienza che, senza pensarci troppo, ricreo sul foglio dando libero sfogo al subconscio. Di solito lo faccio con la musica in sottofondo, la notte. Quanto all’utilizzo dei colori, non so da cosa derivi, ma mi caratterizza da sempre.
Quando nasce il desiderio di condividere i tuoi lavori su una piattaforma social? Quale riscontro hai avuto?
Ho aperto la pagina Instagram perché ero curioso di vedere che tipo di riscontro potevano avere le mie opere. Come ho detto, ciò che amo è il processo creativo e per anni ho sempre dipinto solo per me stesso. Ad agosto 2018 ho aperto il mio account, convinto che nel giro di poco l’avrei abbandonato. Sono rimasto letteralmente sbalordito dal riscontro che ho avuto e ancora adesso francamente non me ne capacito. La cosa più bella è vedere come in tanti, in qualche modo, si siano riconosciuti nelle mie opere e siano entrati in connessione con i miei lavori.
Nella tua bio (di Instagram) si legge ‘Arte/Musica’: quanto la musica influisce nel tuo processo creativo?
“El Matador Alegre” è anche un progetto musicale, dove però non sono solo, ma scrivo e compongo con Giovanni Massari, un musicista e produttore fantastico, ma prima di tutto un amico. Musica e pittura sono due medium per esprimere in modo diverso lo stesso impulso creativo. Amo molto la musica ed è chiaro che influisca tanto. Dato che nell’esecuzione delle mie opere seguo sempre il flusso di coscienza, se mentre dipingo ascolto musica aumento considerevolmente gli stimoli della creatività. Proprio per questo, ultimamente, ho preso l’abitudine di dipingere con la musica in sottofondo.
Guardando alla storia dell’arte e ai suoi maestri, c’è un artista che ti ha maggiormente ispirato o dal quale hai tratto qualche caratteristica?
Domanda complessa. Non credo che ci sia un artista che più di altri mi abbia influenzato. Credo però che nelle mie opere ci vedano molte reminiscenze di alcuni artisti del passato e contemporanei (parlo di Mirò, Klee, Frida Khalo, Banksy…). Ovviamente stiamo parlando di personaggi di ben altra categoria rispetto alla mia, però è chiaro che, seppur rimeditati e filtrati, abbiano avuto per me il loro peso.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai pubblicato o hai intenzione di pubblicare in futuro raccolte di disegni? Questi ultimi sono acquistabili?
Il progetto primario per il futuro è continuare a disegnare con questo ritmo il più possibile, cercando di migliorare giorno dopo giorno. Voglio anche proseguire la mia attività musicale e, se riesco, terminare un racconto che sto scrivendo e che finalmente a breve dovrebbe vedere la luce. Mi piacerebbe pubblicare una raccolta di disegni, ma è un qualcosa di molto impegnativo e devo valutare attentamente se i tempi sono maturi o se è meglio che attenda ancora. Mi piacerebbe anche illustrare un libro per bambini. Ho in ballo un potenziale progetto, ma prevedo tempi lunghi.
Quanto al vendere le mie opere, questo è un tasto dolente per vari aspetti. Prima di tutto non saprei dare un valore economico ai miei lavori. Dipingo perché amo farlo e mettere un prezzo su una mia opera non ha nulla a che fare col processo creativo, né rientra nella mia concezione di Arte.
In secondo luogo dipingere non è la mia professione, ma la mia passione. Se mi mettessi a vendere le mie opere, temo di ritrovarmi a fare due lavori e sinceramente non è uno scenario che mi entusiasma, pur avendo ricevuto già numerose proposte di acquisto.
Terzo punto: una cornice decente costa €70,00, i materiali che uso almeno €10,00 a disegno, più spese di spedizione intorno ai €30,00. Anche chiedendo il minimo sindacale il prezzo risulterebbe molto elevato e so che molte persone che mi seguono sarebbero in difficoltà a spendere questi soldi. Mi piacerebbe di più, a questo punto, vendere delle stampe, limitando i costi e rendendo il tutto più ‘democratico’. Spero in futuro di potermici dedicare.
Ringrazio di cuore El Matador Alegre per averci trasmetto l’idea di un’Arte totalizzante e soprattutto un messaggio tutt’altro che scontato: trovare la propria voce, il proprio io, è necessario per non annegare nella fredda quotidianità. Gli faccio un grande in bocca al lupo per i suoi progetti futuri e spero che il suo talento possa raggiungere quante più persone possibili.